domenica 17 luglio 2016

Pastorale familiare: esperienze condivise (21 Marzo 2015)

21 Marzo 2015
ESPERIENZE CONDIVISE

COPPIA 1.
Prendersi cura del coniuge quando si ama veramente e’ una cosa naturale, e’ una gioia soprattutto quando vedo che quello che faccio rende felice e appagato che mi e’ a fianco. Dovrebbe essere proprio questo il senso del matrimonio, della famiglia se non riusciamo a prenderci cura di chi ci sta vicini come possiamo farlo con gli altri?Se fatto con amore tutto diventa meno faticoso, io ad esempio adoro cucinare e quando vedo che lui apprezza quello che ho cucinato e mangia con gusto, per me non c’e’ gioia maggiore, o quando mi dice che mangerebbe volentieri una certa cosa, mi viene subito il desiderio di farlo, senza pensare “oh , questo non si accontenta mai!!”.Ma anche da parte sua e’ cosi’: il suo prendersi cura di me sta a volte in alcune cose come ad esempio quelle volte in cui non gli va proprio di uscire e preferirebbe di gran lunga una partita a bocce, ma viene a prenderci per fare una passeggiata, o per andare a vedere un film che non gli va proprio di vedere, ma tutto senza farne sentire il peso (anche se io glielo leggo negli occhi). Ed e’proprio quando le cose vengono fatte con amore e non si viene capiti che fa male, o quando il gesto non viene apprezzato che viene da dire “ ma chi me lo fa fare?”.
COPPIA 2.
"Se una signora della mia età torna a casa e trova i piatti lavati, asciugati e riposti, la spazzatura buttata, il tavolo in ordine, i panni stesi, quelli stirati negli armadi, il divano a posto, nessun piatto o bicchiere in sala abbandonato... magari si stupisce, ma si sente amata. Se torna a casa e non trova nulla di questo e poi dopo di lei torna a casa il marito con un enorme mazzo di rose, pensa "adesso mi devo occupare anche dei fiori!"".
GRUPPO DI PASTORALE FAMILIARE
“NATIVITA’DI M. VERGINE”
COLLI DI FONTANELLE
COPPIA 3.
Gesti di servizio o disservizio? Io, ad esempio, non posso guidare la macchina con mio marito al fianco...comincia a puntare i piedi come se dovesse frenare, mi raccomanda ogni secondo di fare attenzione...Insomma, dà per partito preso che io non sappia guidare come lui. E se provo a tagliare il prato o a lavare la macchina per fargli piacere? Trova sempre qualcosa da ridire senza mai apprezzare il gesto amorevole che intendo fare per lui. Insomma, a ciascuno il suo territorio, ma incontrarsi a metà strada sarebbe la soluzione migliore peccato che sulla strada per capirsi non c’e’ segnaletica !!!!! –
COPPIA 4.
Prendersi cura del coniuge , a mio avviso, significa sapersi donare .Donarsi: dare spontaneamente qualcosa senza compenso. Cio’ apre le porte alla reciprocita’, uno scambio di cose e di gesti gratuiti che gratifica e soddisfa. Sbagliato e’ pensare che nel donarsi si e’ deboli o perdenti. In un rapporto non e’ volendo prevalere o imponendo le proprie idee e ragioni che si ottengono risultati soddisfacenti, al contrario e’ confrontandosi, aiutandosi, accontendandosi che si cresce e si raggiunge una certa stabilita’. Per poter donare con il cuore bisogna farlo con amore. Quando cucino (e sono una pessima cuoca che non ha gioco facile con il resto della famiglia che sa farlo benissimo !) vengo sempre gratificata perche’ il risultato e’ soddisfacente e io rispondo : “Uso il mio ingrediente segreto “ L’ AMORE”.Quando alla base di un rapporto ci sono questi elementi non c’e’ bisogno di decidere chi lava i piatti, chi riordina o chi butta la spazzatura, non ci sono compiti definiti, ma all’ occasione diventa una sana concorrenza a farlo !. Logicamente, ed e’ il rovescio della medaglia, tutto ha un costo, anche nel donarsi si e’ costretti a fare delle rinunce che , fatte con amore, non pesano. Vi diro’, e questo non consola le coppie piu’ giovani, che quest’equilibrio si raggiunge con il tempo, con gli anni di convivenza che ci permettono di scoprire i pregi e i difetti dell’ altro e di fronteggiarli nel modo giusto.
GRUPPO DI PASTORALE FAMILIARE
“NATIVITA’DI M. VERGINE”
COLLI DI FONTANELLE
COPPIA 5
LUI: In una famiglia il servizio amorevole dovrebbe essere all’ordine del giorno. Vi sono occasioni più che sufficienti per prestare il proprio servizio: fare il bucato, rifare i letti e lavare i pavimenti, preparare i pasti, apparecchiare la tavola...il tutto possibilmente senza fare continue lagne sul fatto di sentirsi serve, cosi’ come noi uomini lavoriamo per mantenere la famiglia senza far pesare la nostra fatica. LEI: Il servizio amorevole in casa è offerto liberamente, con il desiderio di rendere felice un’altra persona. E questa è la ragione più importante che lo motiva. Invece c’è un equivoco pericoloso che corrode la felicità delle famiglie cioe’ : troppe persone vivono in famiglia con una forma di attesa fuorviante: si aspettano di essere serviti dagli altri. Quello che genitori e figli devono comprendere è che se anche uno solo sceglie di non prestare il proprio servizio, il risultato finale consisterà in una mole maggiore di lavoro per qualche altro componente della famiglia. Quando il lavoro è un piacere, la vita è una gioia. Quando il lavoro è un dovere, la vita è una schiavitù.
GRUPPO DI PASTORALE FAMILIARE
“NATIVITA’DI M. VERGINE”
COLLI DI FONTANELLE
COPPIA 6.
LUI: Nel nostro caso, io ho interiorizzato dalla mia famiglia di origine il “gesto di servizio” come linguaggio principale quello emozionale per comunicare l’affetto e dimostrare la mia attenzione verso di lei; mentre mia moglie non comprende come “amore” con la A maiuscola se non un linguaggio fatto di sorprese e regali e soprattutto contatto fisico, un abbraccio ed un bacio inaspettati.
LEI: scoprire che un mio gesto di servizio come quello di far trovare la casa in ordine e la cena pronta è letto dall’altro come semplice atto dovuto, laddove era stato fatto come gesto di totale dedizione può essere alquanto frustrante… Così come non accorgermi dell’Amore che lui mi comunica con bigliettini e coccole solo perché non vedo anche qualche sacco della spazzatura svuotato. Per questo ci è molto utile un’apertura verso gli altri e allora anche una semplice domenica sera in chiesa con altri mariti e altre mogli diventa una splendida occasione, una boccata d’ossigeno per riscoprirsi in sintonia “perfetta” confrontandosi con gli altri anche solo ascoltando..
COPPIA 7.
L'Amore è paziente, è benigno; l'Amore non arde di gelosia, non si vanagloria, non s'insuperbisce, non si comporta in maniera sconveniente, non persegue il proprio interesse, non si indigna, non nutre alcun risentimento per il male ricevuto, non si rallegra dell'ingiustizia, ma gioisce della verità. Tutto ammette, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. L'Amore non avrà mai fine.
Ora, dunque, rimangono La Fede, la Speranza e l'Amore. Questi tre. Ma quello piu' importante di tutti e' l'Amore.
COPPIA 8.
A voi responsabili "Grazie per aver dato voce a tante famiglie"
Prendersi cura......
In un rapporto di coppia condiviso il"lavare" e farsi "lavare i piedi" e' uno dei gesti piu' bello da condividere.
GRUPPO DI PASTORALE FAMILIARE
“NATIVITA’DI M. VERGINE”
COLLI DI FONTANELLE
Metaforicamente si accetta il coniuge dalle sue radici con tutto il bagaglio che si porta dietro ,le sue abitudini,pregi e difetti.
Quando il matrimonio e' radicato sul serntimento "Amore-Vero",fare delle forzature per mettersi a servizio del coniuge non e' poi cosi' difficile.
Ogni volta che ti metti al servizio limiti un po' del tuo "IO" per fare spazio sempre di piu' all"IO" del tuo coniuge,senza pero'annullare la tua personalita'.
Nella famiglia aperta e desiderosa di portare avanti un unico discorso di coesistenza si ci rapporta spesso e soprattutto con la parola e l'insegnamento di Cristo. Quando il rapporto d'amore e' vero si cerca di non dare mai il minimo sindacale!
Si spiccano "voli alti " e si offre il tutto per tutto mettendosi in gioco completamente.
Grazie a Dio,quando la famiglia riesce a fondare basi solide,anche tra mille difficolta',riesce ad essere Amore,non solo all'interno di se stessa ma anche con le famiglie con le quali ci si rapporta :parenti,amici,ecc.
Il segreto e' "IMITARE CRISTO"!
"Nessuno e' scemo" ma talvolta "si fa lo scemo" per la pace , e dalla pace viene il bene collettivo.Ci pensiamo!
Di nuovo grazie a tutti voi !
"NON SI VEDE IL BENE CHE COL CUORE!" (Il Piccolo Principe)
COPPIA 9.
Il nostro e' stato un rapporto basato sulla parola, nel senso che parliamo molto,ci confrontiamo,litighiamo anche molto spesso.
E' normale che prima che ci creassimo una famiglia era tutto ridimensionato ,il rapporto tra di noi piu' sereno perche' ero piu' affettuosa , eravamo "io e lui".
Oggi e' difficile ritagliarsi un po' di tempo per stare da soli. I figli,la loro educazione, i lori bisogni,le preoccupazioni,il lavoro,la vita frenetica, ci rende molto spesso indifferenti anche nei confronti della persona che ci sta accanto.
GRUPPO DI PASTORALE FAMILIARE
“NATIVITA’DI M. VERGINE”
COLLI DI FONTANELLE
Ma poi ,quando mi fermo a pensare,mi rendo conto che siamo una famiglia unita, in salute, e che ci vogliamo bene. Ci aiutiamo quando abbiamo bisogno l'uno con l'altro. E io penso, cosa molto importante,che tutte le decisioni si prendono di comune accordo e nessuno cerca di prevalere sull'altro. Ci sosteniamo nei momenti di sconforto, e cio' che mi rassicura molto e' che con un suo abbraccio mi fa sentire protetta e piu' sicura ,e per un attimo i problemi sembrano che non ci siano piu'. Camminare insieme e' difficile e faticoso ,ma con l'aiuto di Dio che ci illumina la strada e che non ci fa guardare con gli occhi ma con il cuore, e' piu' semplice e piu' bello.

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